Moda e Privilegio Bianco

Vi ricordate la testa di John Galiano, rotolando giù per I gradini dell’Olimpo fashion, in 2011?
Le Marie Antoniette odierne, sanno che razzismo non va più di moda?
Quando in pieno 2019 la direttrice di Vogue Brasile, festeggiò il proprio compleanno circondata da baianas (donne nere vestite da schiave del periodo coloniale), adagiata su una sedia di candomblé (rituale religioso afro), indosssando un Valentino.  Sono rimasta perplessa.
Il diavolo non vestiva Prada ?
Riprodurre immagini del panorama schiavista brasiliano, Ricorda ai neri di tutto il mondo quale posto sia loro destinato nella società.
All’elite bianca brasiliana, poco importa che le festicciole revival del passato schiavista, siano informazioni consumate pure dai neri.
Si divertono con quello che ci fa rabbrividire.
C’è qualcosa di sbagliato in me? Che sento i miei antenati gridare dentro la mia testa?
Dovrò parlare con il mio terapista di questa tale epigenetica. Afff...
Gli eredi dei sequestratori e assassini dei miei antenati, con le loro disgustose romantizzazioni coloniali, sono affetti da cafonaggine e razzismo.
Il sequestro e traffico di essere umani dall’Africa è stato il più grande genocidio nella storia della umanità, quindi romantizzare la schiavitù non è un innocuo divertimento per fashion bloggers viziate.
Evocare la sottomissione dei neri per motivi ricreativi va oltre al diselegante equivoco.
Il commercio di corpi neri ha riempito i pilastri della escludente società brasiliana, che insiste in perpetuare immagini stereotipate degli afro brasiliani, versus le sue immaginarie perfezioni euro centriche.
Gli afrobrasiliani, cui antenati hanno costruito le ricchezze, oggi ostentate dai bianchi, non trovano divertenti le riproduzioni semiotiche che toccano punti dolorosi nella propria psiche.
Cosi come gli afroamericani non trovavano divertente Jim Crow, che tanto faceva ridere i bianchi.
Il razzismo è il collante della struttura sociale di epoca coloniale, che in Brasile si mantiene ancora oggi, 130 anni dopo la liberazione degli schiavizzati, senza alcun provvedimento d’inclusione sociale.
Soltanto nel 2013 il governo brasiliano ha garantito i diritti dei lavoratori domestici, quasi tutti neri.
Ogni 23 minuti muore un nero in Brasile.
Il Brasile continua uccidendo gli indigeni, distruggendo foreste.
La festa accaduta in Bahia, ha generato un aquilombamento (ribellione nera) virtuale.
I digiti come tamburi, raccontavano l'ostentazione di individui neri come addobbi esotici della suddetta festa e l’uso improprio di simboli religiosi afrobrasiliani per puro divertimento.
Accidenti! Non sono l’unica a sentire le voci degli ancestrali urlando dentro la mia testa!
Hanno fatto eco nei quattro angoli della terra, le grida ancestrali che portiamo dentro.
L’ellite brasiliana, nostalgica del periodo coloniale, non è abituata a inciampare nella resistenza collettiva di protezione dei più deboli. Non sa avere a che fare con l'Affronta… Il richiamo di chi ancora oggi, lotta per uscire dai ghetti, studiare e riappropriarsi della propria Storia, coscienti che non siamo obbligati a vedere immagini di neri in devozione, disponibilità e molto meno come goffi personaggi da prendere in giro.
I vestiti delle baianas sono un patrimonio immateriale del popolo baiano. Sono state quituteiras (cuoche), schiave da guadagno, oggetti sessuali.
Tutta questa simbologia tramutata in personaggi per le comediole dei bianchi è stato il "lapsus" della Maria-Antonietta-direttrice-Vogue.
Le urla dei neri, lavando i panni sporchi del Brasile nella piazza pubblica virtuale, hanno scosso le mura della Bastiglia.  
Le note ufficiali con deboli scuse di VB.  Gli appelli al quieto vivere e o silenzio delle Marie-Antoniette-bloggers mostrano la casa grande (dove vivevano i bianchi) impazzita, giacché i discendenti del genocidio nero hanno imparato a leggere.
Già nel 2016, in una festa carnevalesca di Vogue, cui tema era l’Africa, lo spirito di Maria Antonietta ha colpito ancora gli indossatori di blackface, ecc…
La rivista ha la regola di chiedere scusa, poi continuare fin che la barca va.
La tipa della festa ha perso l’incarico di direttriceVogue, ma non è detto che non continuerà tirando I fili delle marionette, devote al nuovo governo di estrema destra.
La dittatura dei canoni di bellezza è uno dei più efficaci sistemi di oppressione del capitalismo. Base della moderna industria della cultura.
Attualmente il mondo fashion sta facendo i conti con la propria insensibilità culturale.
Prada ha allestito vetrini a NY con blackface e si è trovata contestata da molti neri, come Jumaane Willians.
Dolce e Gabbana ha avuto la faccia tosta di offendere I cinesi, poi non sapeva più come scusarsi.
Gucci dopo la ideona del maglioncciono in puro stile blackface, fu salutata da 50 cent e molti altri afroamericani bruciando capi del marchio nei social media. Ha ritirato dal mercato la merce e creato un programma di ristrutturazione sociale del marchio. Assumendo nuovo personale creativo di diverse etnie, per aumentare la diversità della squadra, con tanto di progetto educativo aziendale. Assumendo l'avocato afroamericana Rennèe Tirado per l'incarico di direttrice globale della diversità-inclusione.
Cosa succederà in Brasile, paese con maggior numero di neri fuori dall'Africa?
I neri sono la maggioranza della popolazione, ma sono raccontati da redazioni in cui lavorano soltanto bianchi.
La prima modella nera in copertina di VB è stata soltanto in 2011.
La prima giornalista nera a condurre il Tg della sera è stata giorni fa.
Dove stanno i neri? Se i timoni di queste barche sono guidate da mani bianche?
Mentre le Marie Antoniette festeggiano, i sopravvissuti del genocidio si organizzano in quilombos virtuali, giacché likes valgono oro.
Affrontamento è esigere rispetto, come diceva Beyonce in Formation nel 2016.
Bey indossando Gucci, Channel e Givenchy ha portato la questione del razzismo nell'universo fashion. Mettendo la cultura nera al centro dello scenario. Con rifferenze a M. Luther King, Malcon X, Pantere Nere e #BlackLivesMatter. Valorizzando i cappelli crespi e il naso dei neri. Formation è un protesto contro la violenza sui neri, ma anche una critica al mondo fashion.
I nostri corpi non eurocentrici, sono degni di empatia, rispetto e rappresentattività.

Portugues:
Lembram da cabeça de Jhon Galiano rolando ladeira abaixo do olimpo fashion, em 2011?
As Marias Antonietas atuais sabem que racismo não ta na moda?
Quando em pleno 2019 a diretora da Vogue Brasil, apareceu circondada por baianas (mulheres negras em vestes da serviçais do periodo colonial), dando close errado em cadeira de candomblé endossando seu bom Valentino, buguei.
Nèra prada que o diabo vestia?
Reproduzir imagens tipicas do esquema escravocrata brasileiro, recorda aos negros do mundo inteiro, qual posição lhes é destinada na sociedade.
A elite branca brasileira, saudosista do Brasil colonial, pouco importa que revivals do passado escravocata, também sejam informações consumidas pelos negros.
Si divertem com algo gela o nosso sangue.
Tem algo errado comigo que ouço meus ancestrais gritando dentro da minha cabeça?
Vou ter que levar para terapia essa tal de epigenetica.
Os herdeiros dos sequestradores e assassinos dos meus ancestrais, com suas romantizações coloniais, sofrem de cafonagem e racismo.
O sequestro e trafico di seres humanos da Africa foi o maior genocidio na historia da humanidade. Por isso romantizar a escravidão não è innoqua recreação para sinhazinhas-influencers mimadas.
Evocar a subserviencia dos negros por motivos recreativos è muito mais que um deselegante equivoco.
O comercio de corpos negros embutiu os alicerceres da sociedade brasileira, que segue perpetuando imagens estereotipadas dos afrobrasileiros, versus suas imaginarias perfeições eurocentricas.
Negros descendentes, dos que construiram as riquesas hoje ostentadas pelos brancos, não veem graça nenhuma nas repruduçoes de imagems dolorosass para a propia psique.
Assim como afroamericanos tambèm não achavam engraçado Jim crow, que tanto faziam os brancos rirem.
O racismo é o grude dessa estrutura social de epoca colonial, que no Brasil se mantèm firme e forte ainda hoje, 130 anos depois da aboliçao, que não veio com nenhuma medidas de inclusão social dos libertos.
Somente em 2013 o governo brasileiro começou a garantir os direitos dos trabalhadores domesticos, quase todos negros.
A cada 23 minutos morre um negro no Brasil.
O Brasil continua matando indios. Continua destruindo florestas.
A tal festa na Bahia, gerou um aquilombamento virtual.
O digitos como atabaques, contando da ostentação dos corpos negros e simbolos di religioni afrobrasileiras, por mero divertimento.
Não sou a unica a escutar as vozes na cabeça!
Ecoaram nos quatro cantos da terra os gritos ancestrais entalados nas nossas gargantas.
A elite brasileira, nostalgica do periodo colonial e conivente la manutenção dos guetos, não esta acostumada a tropeçar na resistencia coletiva. Não sabe lidar com a Afronta… O chamado dos ainda lutam para sair dos guetos, estudar e reapropriarse da propria Historia, conscientes que nao somos obrigados a ver imagens de negros em devoçao, disponibilidade e muito menos figurantes nos teatrinhos da branquitude.
Os trajes das baianas são um patrimonio da Bahia. Foram quituteiras, escravas de ganho, objetos sexuais.
Tais elementos rievocados ma festa foram o close errado de Maria Antonieta.
Você pode subistituir a queda da Bastilha, com afrodescendentes lavando a roupa suja do Brasil na praça publica virtual.
Teve nota oficiail de desculpas esfarrapadas, seguido por passamento de pano das Maria vai com as outras e o silencio das tantas Marias Antonietas blogosfericas surtadas.
Os descentes do genocidio negro tinham aprendido a ler.
Ah! Lembrando que no baile carnavalesco de Vogue 2016, o espirito de Maria Antonieta encorporou geral. Sem esquecer a revista publicou diversos serviços fotograficos encenando estereotipos racistas.
A revista segue a regra do peço desculpas e segue o baile.
Com a ladainha repensare o proprio metodo de comunicação.
A dona da festa infeliz, perdeu o cargo de diretora da revista, mas possivelmente continuara puxando os fios das marionetes, devotas do novo governo racista de extrema direita.
A ditadura dos padrões de beleza, é um dos mais eficazes modos de opressão do capitalismo. Base della moderna industria della cultura.
O mundo fashion internacional, segue fazendo as contas com a propria insensibilidade cultural.
Prada com seu blackface mara nas vetrines de NY se deparou com protestos como o de Jumaane Williams.
Gucci com um pulover todo trabalhado no blackface, foi saudada por 50 cente outros negros queimando roupa Gucci nas midias sociais.
Gucci retirou o produro do mercado e criou um programa de restruturação social da marca. Contratou novos funcionario de varias etnias para aumentar a diversidade no time creativo do grupo. Com projeto de reeducação na empresa, guiado pela advogada afro americana Renèe Tirado, como diretora global da diversidade, igualdade e inclusão.
Dolce Gabana, que foi mexer com quem tava quieto, ofendendo os chineses, ficou sem saber onde enfiar a cara.
O que acontecerà com a representatividade no Brasil. Pais com maior numero de negros fora da Africa?
Mesmo que os negros sejam a maioria da populaçao, são invisibilizados.
As redaçoes onde trabalham sò brancos mostram um luxuoso mundinho imaginario de brancos para brancos.
A primeira modelo negra na capa de VB foi somente em 2011.
A primeira jornalista negra a conduzir o telejornal da Globo, aconteceu somente esse ano.
Onde estão os negros nos timões desse barco esta em mãos brancas?
Enquanto Marias Antonietas seguem o baile, os sobreviventes do genocidio se organizam em quilombos virtuais, nesse mundo onde likes valem ouro.
Afrontamento é exigir respeito, como dizia Beyonce con Formation em 2016. Vestindo Gucci, Channel e Givency. Trouxe a questão do racismo no universo fashion. Colocando a cultura negra ao centro do cenario. Con referencias a M. Luther King, Malcon X, Pantere Nere e ao movimento #BlackLivesMatter. Valorizando os cabelos crespos, o nariz negro. Formation è um protesto contra a violencia com os negros, mas tambèm uma critica ao mundo fashion.
Nossos corpos não eurocentricos, são dignos de emparia, respeito e representatividade. 


maryvaleriano

Nessun commento:

Posta un commento

Cosa ne pensi?